La Margherita

LINGUAGGIO DEI FIORI

Portare sole nella vita delle persone.
Occhio del giorno.

Origini

Nell’antico Egitto ed in Medio Oriente la rappresentazione della Margherita viene testimoniata da alcune ceramiche e la sua forma compare anche su forcine d’oro ed ornamenti per capelli ritrovati negli scavi di epoca Minoica sull’isola di Creta.

Nella mitologia greca questo fiore viene regalato alla dea Artemide e per questo collegato al genere femminile.

Nella mitologia romana il significato della Margherita è associato anche a castità e trasformazione. Il mito di Vertumno e Belidi narra che Vertumno, dio delle stagioni e dei giardini, si innamorò della ninfa del bosco Belidi, figlia del dio Belus. Un giorno, mentre lei danzava con il suo fidanzato mortale, attirò per la sua bellezza l’attenzione del dio della primavera che tentò di strapparla al fidanzato. Quest’ultimo reagì con violenza nel vano tentativo di proteggere il suo più grande tesoro e la poveretta, non sopportando più quel massacro, chiuse gli occhi e si trasformò, per sempre, in una piccola, timida e pura margherita. Da quì anche il nome scientifico di Bellis perennis.

In un’antica leggenda celtica questo fiore si carica di forte innocenza e purezza perchè ogni volta che un bambino moriva, Dio spargeva Margherite al suolo per consolare i genitori.

Secondo una leggenda norvegese poi, è il fiore sacro di Freya, dea dell'amore, della bellezza e della fertilità, e perciò si impregna del significato di parto, maternità e nuovi inizi. Per questo un bouquet viene regalato tutt’oggi alle neo-mamme in segno di accoglienza per il neonato.

In Germania è conosciuta come marienblumchen, cioè fiorellino di Maria, perché una leggenda tedesca vuole che Maria si punse un dito mentre cuciva e il suo sangue tinse le punte dei petali delle margherite.

Nel medioevo la margherita veniva utilizzata per pratiche divinatorie amorose, inoltre le fanciulle indecise si ponevano sul capo o tra i capelli delle ghirlande di margherite per indicare che erano libere e che stavano ancora pensando ad alcune proposte che avevano ricevuto.

Anche nella letteratura viene celebrato questo fiore: Shakespeare ha utilizzato la Margherita come simbolo dell’innocenza di Ofelia e Wordsworth ha dedicato il suo poema “To the daisy” proprio alla Margherita stessa.

Proprietà curative e utilizzi

Nell’antica Roma, i chirurghi che accompagnavano le legioni in battaglia usavano molto questo fiore per le sue proprietà curative. Mandavano gli schiavi a riempire i sacchi di margherite fresche da spremere per impregnare, con il succo ricavato, le bende utilizzate per curare le ferite da taglio mentre le foglie fresche triturate servivano per trattare esternamente ulcerazioni, contusioni e pelle screpolata.
Per questo il nome scientifico Bellis, oltre dal latino “bellus” inteso come aggettivo grazioso e da “Bellide” (una delle barbare e crudeli figlie di Dànao, re di Argo), per alcuni deriva dal latino “bellum” guerra, proprio a richiamare le proprietà curative della margherita nella cura delle ferite.

Nel corso dei secoli, la pianta è stata impiegata come rimedio popolare per alleviare la pertosse, l’asma, il nervosismo, la sudorazione notturna e l’ittero. 

Oggi le margherite vengono utilizzate soprattutto in cucina per preparare tè ed infusi per alleviare tosse o problemi intestinali e per condire piatti come insalate miste.

Significati

Si può quindi dire che nel linguaggio dei fiori la margherita abbia diversi significati. Tra i più frequenti troviamo anche quelli di:
Semplicità e Spontaneità. Trattandosi di un fiore di campo.
Amore vero. Le due corolle combinate in una sola che si fondono alla perfezione simboleggiano l’incastro con la persona giusta, la nostra metà.
Amore puro. Tra gli innamorati, regalare un mazzolino di margherite simboleggiava la promessa di un amore fedele in onore della rispettabilità o una prova di affetto.
Sincerità. Se donato in pubblico, il mazzolino si caricava del significato di affidare un segreto in buona fede a chi lo avrebbe custodito al sicuro.
Fortuna. Nell’antica Roma era usanza piantare fuori dalle abitazioni piante di margherita per il buon auspicio.
Fedeltà. Un bel mazzo di margherite infatti è un dono celebrativo per il 5° anniversario di matrimonio per dire che il proprio amore é rimasto fedele.
Purezza e nuovi inizi. Per questo è ancora usanza donare un bouquet alle neo-mamme in segno di accoglienza per il neonato.
Ma non solo, la Margherita cui nome é di origine greca e significa « fiore bianco » simboleggia anche: innocenza, bontà e freschezza.

Curiosità

Nella lingua tibetana Margherita significa vita che rinasce.

In Scozia è chiamata bairwort, ovvero erba dei bimbi perché usano questi fiorellini per farne delle ghirlande.

Quando Margherita di Valois sposò Emanuele di Savoia, fu presentata a corte con un cesto di margherite.

Luigi IX di Francia amava tanto questo fiore e si era fatto fare un anello a forma di margherita.

Margherita d’Angiò, moglie di Enrico VI d’Inghilterra, era solita far ricamare margheritine sulle vesti dei cortigiani: aperte indicavano la vita, chiuse, la purezza.

Per la sua forma che ricorda il sole mediante i petali a raggiera viene utilizzata proprio per “portare il sole nella vita delle persone”. Non a caso gli anglosassoni l’ avevano appropriatamente denominata: ‘daisy’, che derivava da ‘day’s eye’ che significava “occhio del giorno”, perché si chiudono durante le giornate uggiose e di notte dopo il tramonto per riaprirsi al mattino.

La storia dell’uomo gelo:
Una volta l’uomo del gelo se ne stava seduto nella sua capanna di betulla davanti al crepitio di un fuoco quasi spento.

Era anziano e molto triste poiché si sentiva molto solo in quel luogo così freddo e deserto. I giorni passavano inesorabili. Finché arrivò un ragazzo dalle guance rosee, occhi azzurri e lucenti che si avvicinò alla capanna con in mano un mazzo di fiori. 

L’uomo gelo lo invitò ad entrare e riavviato il fuoco disse al giovane :“Raccontiamoci quali incantesimi e meraviglie siamo capaci di fare!”.

Il ragazzo annuì e chiese al vecchio di iniziare: “Quando io soffio i ruscelli si fermano, quando scuoto i capelli la terra si copre di neve e le foglie cadono a terra e con un respiro le faccio volare lontano, gli animali si nascondono al mio freddo e gelido soffio” .

Il ragazzo rispose: “Il mio soffio invece fa spuntare fiori dappertutto, quando scuoto i miei capelli una leggera pioggia scende, le piante diventano verdissime e i ruscelli riprendono a scorrere. Con un mio fischio gli uccelli tornano e il loro canto allieta le giornate”.

Mentre il fanciullo parlava il sole diventava più caldo. Un pettirosso venne a posarsi sulla capanna, e il vento portò il profumo e i petali di fiori lontani. 

L’uomo del gelo si commosse a tale racconto. Davanti alla sensazione di calore e colore. E più il sole si alzava in cielo scaldandosi più lui diventava piccolo finchè sparì. Al suo posto nacque un fiorellino dal cuore giallo con petali bianchi leggermente orlati di rosa.

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